Energia elettrica, ma quanto ci costi?

25 giugno 2008; Bollette; foto di © Angela Quattrone / Emblema
Un bene indispensabile il cui costo è spesso oggetto di speculazione commerciale
La direttiva europea n. 54/2003 ha liberalizzato il mercato dell’energia elettrica in tutta Europa. Anche se i meccanismi di funzionamento sono simili in tutti i Paesi dell’Unione, vi sono comunque differenze di costi, dovuti non soltanto alle modalità di produzione dell’energia stessa. La Francia ad esempio produce elettricità perlopiù attraverso l’energia nucleare, mentre l’Italia la ottiene dal gas naturale. Per quanto la materia prima utilizzata dai francesi sia più economica rispetto a quella italiana, il costo finale in bolletta risulta più alto nel nostro Paese. Costi di trasporto, gestione delle linee e dei contatori, IVA e accise incidono pesantemente sul costo finale dell’energia e variano notevolmente fra un paese e l’altro. Inutile dire che in Italia i costi relativi ad accise e tasse sono i più alti.
In appena cinque anni il costo dell’energia in Italia è aumentato del 23%, per poi scendere di un 3,6% nel 2017 rispetto al 2016. I costi dell’energia non incidono solo sulla vita dei privati cittadini, ma interessano in modo determinante anche gli usi professionali. Le piccole e medie imprese del nostro paese pagano 155,6 € ogni 1.000 kWh (escluse imposte), che è di oltre il 27% maggiore che in tutti gli altri paesei europei. Per le forniture private invece, ci attestiamo al quinto posto in classifica, assieme all’Irlanda.
Durante il primo semestre del 2017, questi sono stati i prezzi dell’energia per le famiglie in area continentale europea (dati RIA Rating, Rosstat e Banca Centrale Russa):
1) Danimarca 0,308 € kWh
2) Germania 0,298 € kWh
3) Belgio 0,275 € kWh
4) Portogallo 0,236 € kWh
5) Italia 0,234 € kWh
6) Irlanda 0,234 € kWh
7) Spagna 0,228 € kWh
8) Austria 0,201 kWh
9)Svezia 0,196 kWh
10) Gran Bretagna 0,183 € kWh
11) Grecia 0,172 € kWh
12) Francia 0,171 € kWh
13) Lussemburgo 0,170 € kWh
14) Liechtenstein 0,168 € kWh
15) Norvegia 0,163 € kWh
16) Slovenia 0,163 € kWh
17) Lettonia 0,162 € kWh
18) Cipro 0,162 € kWh
19) Paesi Bassi 0,159 € kWh
20) Finlandia 0,155 € kWh
Seguono, poi: Slovacchia (0,154 € kWh), Islanda (0,148 € kWh), Repubblica Ceca (0,142 € kWh), Polonia (0,135 € kWh), Croazia (0,133 € kWh), Malta (0,127 € kWh), Estonia (0,124 € kWh), Romania (0,123 € kWh), Turchia (0,121 € kWh), Lituania (0,117 € kWh), Ungheria (0,113 € kWh), Montenegro (0,097 € kWh), Bulgaria (0,094 € kWh), Moldavia (0,092 € kWh), Bosnia-Erzegovina (0,084 € kWh), Albania (0,084 € kWh), Macedonia (0,083 € kWh), Serbia (0,065 € kWh), Bielorussia (0,052 € kWh), Russia (0,048 € kWh) e Ucraina (0,031 € kWh).
A parte quelli che sono i costi di produzione e trasporto (che incide per circa il 50%), tasse ed accise, a determinare il prezzo finale dell’energia contribuisce anche il guadagno che il fornitore deve garantirsi sul servizio reso. Qui entra in gioco il piano tariffario e la tipologia del contratto sottoscritto, con la possibilità ad esempio di affidarsi a tariffe multiorarie, che permettono di ottenere costi inferiori nelle ore della giornata in cui utilizziamo di più l’energia elettrica. Le varie Compagnie, dato il regime di concorrenza commerciale, offrono promozioni e offerte più o meno vantaggiose, che è bene valutare se notiamo che l’importo delle nostre bollette è troppo salato o che le fasce orarie del nostro maggior consumo coincidono con quelle a maggior costo. Riusciremo così a risparmiare parecchi euro senza privarci delle comodità alle quali ormai non sapremmo più rinunciare.